Silvio Berlusconi festeggia 80 anni chiedendo il condono dei propri peccati.


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Silvio Berlusconi in meditazione - 
F. de Zurbaràn

Genuflesso sulla nuda e arida terra, probabilmente sui ceci come un adepto dell’Opus Dei in remissione, un volto scolpito dai bagordi di una vita emerge dal cappuccio di un ruvido saio intriso di umiltà e penitenza, chiedendo il condono dei propri peccati.
A 80 anni suonati, Silvio Berlusconi cerca di guadagnarsi il favore delle forze soprannaturali con una pratica popolare molto diffusa: l’ex voto contro lo spauracchio della dipartita, ossia un’offerta votiva destinata alla decorazione del baldacchino processionale della Loggia Massonica di Arcore “Nostro Cavaliere dei sette dolori”.
A realizzare quest’opera di intima e vibrante profondità è Francisco de Zurbarán, artista spagnolo dal grande afflato religioso che focalizza tutta l’attenzione sul dramma umano e divino di un uomo che, ingenuamente, aveva puntato tutto su lifting e trapianti.
Sono ormai lontani i tempi in cui, nei giardini lussureggianti di Villa San Martino ad Arcore, l’insaziabile Silvio Berlusconi gestiva i grandi baccanali o quelli in cui, inseguendo il mito dell’eterna giovinezza, ammirava le proprie metamorfosi facciali nelle acque di un pantano. Dopo la compravendita di voti e senatori, è giunta l’ora di accaparrarsi i voti della grazia divina e Silvio Berlusconi lo fa con una rappresentazione monumentale in cui si offre in tutta la sua accorata mestizia, in uno stato psichico di sospensione ed elevazione mistica della mente. 
Il dipinto di Francisco de Zurbaran, intitolato Silvio Berlusconi in meditazione, è interamente giocato sul forte contrasto di luce ed ombra: dall'oscurità dello sfondo, investito dalla luce dorata della visione mistica, affiora la figura di Silvio inginocchiato in un intimo tête-à-tête con il teschio che stringe tra le mani giunte.

L’ex Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera è avvolto in un umile saio marrone lacerato sui gomiti; un lungo cappuccio conico copre quasi totalmente il capo celando alla vista dell’osservatore quei capelli dipinti interamente a mano, frutto di un lungo lavoro certosino realizzato dai migliori amanuensi medievali accorsi ad Arcore da tutta Europa.

Per concentrarsi completamente nella mediazione e schermarsi dai raggi ultravioletti della luce divina, Silvio sceglie d’indossare quegli occhiali scuri entrati oramai nell'immaginario collettivo che, suo malgrado, non riescono però a mascherare la raggiunta consapevolezza che un lifting o trapianto di capelli, non basteranno di certo ad ingannare il Triste Mietitore.

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