Dalla Russia con amore, un esempio di rococò transiberiano: Vladimir Putin

Leggende popolari narrano che Vladimir Vladimirovič Putin, leader della tundra sovietica, sia in realtà una creatura mitologica, un essere antropomorfo immortale ed invulnerabile, onnipotente ed onnipresente sul pianeta Terra in illo tempore, col solo scopo di servire la madrepatria russa. La tesi secondo cui Putin sarebbe un essere immortale o, quanto meno, in grado di eludere le leggi spazio-temporali, pare trovare conferma in una serie di scatti fotografici risalenti agli anni ‘20 e ‘40 del secolo scorso che lo ritraggono nelle vesti di baldi cosacchi. 
Il che dimostrerebbe che il presidente russo è in vita da più di 100 anni. 
Secondo il nostro modesto parere, troppo poco per un personaggio del suo calibro. 

Fotomontaggi di politici in dipinti classici. Ritratto di Vladimir Putin
Ritratto di Vladimir Putin

Ipotizziamo che la presenza di Putin sulla Terra possa essere fatta risalire ad un periodo ben più antecedente alle documentazioni fotografiche, precisamente al XVIII secolo. A supporto di tale tesi vi è la recente scoperta di un dipinto risalente al 1761, realizzato da Maurice Quentin de La Tour,  un pittore francese del periodo rococò, specializzato nella realizzazione di ritratti di personaggi illustri, tra i quali Rousseau, Voltaire, Luigi XV e Madame de Pompadour. 
Fiore all’occhiello della produzione artistica di De LaTour è il ritratto dello zar Vladimir Putin, raffinato e squisito esempio di rococò transiberiano. 
Avvolto in un sontuoso abito blu di pesante broccato in perfetto stile Pompadour e in voluttuosa compagnia di un libro, Vladimir incarna il prototipo della gaudente aristocrazia moscovita del XVIII secolo, in una perfetta composizione putinocentrica dominata dal cranio lucido sul quale spumeggia una chioma inesistente.
Impegnato nella spasmodica ricerca della conoscenza di reconditi misteri, il sovrano illuminato interrompe la lettura del libro che tiene in mano per rivolgere altrove il suo sguardo penetrante e spregiudicato, permeato di malizioso erotismo. 
Le labbra serrate, lo sguardo fisso e il volto funereo, denotano in realtà una oscurità d’intenti, un’ambigua complessità di segni che fanno della sua persona un’insondabile fantasmagoria dei tempi. 
La tecnica utilizzata per la realizzazione del dipinto è quella del colore misto al pastello; quest’ultimo, infatti, consentiva di raggiungere speciali effetti di splendore e cromatismo. Con rapidi e leggeri tocchi di luce e colore, le guance si ravvivano di guizzi rosati mentre la pelata, levigata e traslucida come porcellana del Volga, s’illumina d’immenso.


Commenti

Tutte le immagini presenti sul blog Scoria dell’Arte sono frutto del lavoro creativo dell’autore. Attraverso gli appositi pulsanti è possibile condividere foto e immagini del blog Scoria dell’Arte, permettendo una più rapida identificazione della fonte a vantaggio della risorsa linkata e senza che nulla venga sottratto al legittimo proprietario. Prelevare immagini dal blog ed utilizzarle a piacimento senza il consenso dell'autore espone alla violazione dei diritti di proprietà intellettuale ed alle possibili conseguenze negative. Pertanto, è vietata la copia, riproduzione, pubblicazione e la redistribuzione di immagini e contenuti non autorizzata espressamente dall'autore.