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Il quarto stato - Giuseppe Pellizza da Volpedo |
Allo stesso modo, ma senza eccessive pretese, Scoria dell’Arte intende suscitare nello spettatore quel dubbio e quell’incertezza che scaturiscono di fronte ad una realtà ambigua o poco probabile, dove la bellezza e l’armonia di un mondo perfetto come quello dell’arte, vengono dissimulate in un gioco di satirica manipolazione e “date in pasto” alla realtà dei nostri tempi.
È ciò che avviene con il celeberrimo corteo di lavoratori che, come una fiumana, incede con passo lento ma sicuro verso l’osservatore, nel capolavoro realizzato nel 1901 da Giuseppe Pellizza da Volpedo :“Il quarto stato”.
Dalla tranquilla piazza Malaspina di Volpedo, posta all’interno dell’antico castrum, la folla in protesta si sposta nel cuore del sistema capitalistico odierno, acquisendo un nuovo spirito cosmopolita e metropolitano ma mantenendo inalterato il suo potenziale rivoluzionario, per strappare migliori condizioni di lavoro e di vita in un mondo fatto di banche e stagnazione economica, corruzione ed evasione fiscale.
La voglia d’imprevisto, di situazioni che deviano dalle classiche ambientazioni e che sovvertono le tradizionali nozioni di quiete ed armonia, sono alla base dell’immagine ritraente alcuni degli angeli di William-Adolphe Bouguereau i quali, strappati dal loro idilliaco angolo di paradiso, sono costretti a confrontarsi con la realtà frenetica di una strada congestionata dal traffico urbano, dove sembra non esserci né spazio né tempo per fermarsi e lasciarsi rapire dal “Canto degli angeli”(1881).
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Il Canto degli angeli - William-Adolphe Bouguereau |
Strappata dal suo rifugio di raccolta intimità e restituita in un mondo di connessioni virtuali ma non reali, è la solitaria figura del dipinto "Solitudine", realizzata dal pittore inglese Frederic Leighton nel 1890 circa.
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Solitudine - Frederic Leighton |
Se nel dipinto di Leighton la solitudine dell’elegante e raffinata donna evoca l’atmosfera di pace di un intimo dialogo con se stessi, nell'immagine proposta acquista il significato di uno smarrimento post-moderno, tipico di una società che, in overdose da telefono e social media, sembra paradossalmente incapace di comunicare.
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