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Giulio Andreotti - Q. Matsys |
Nella Scoria dell’Arte non è infrequente imbattersi in artisti particolarmente attratti da soggetti macabri e da atmosfere lugubri. Il gusto e la curiosità per il macabro ed il grottesco ha certamente contraddistinto l’attività pittorica di Quentin Matsys, artista fiammingo attivo tra Quattrocento e Cinquecento.
Le opere di Matsys sono permeate da una vena realistica da cui, talvolta, affiora una certa predilezione per il grottesco fin quasi a sfiorare la caricatura dei personaggi, i quali sono sempre raffigurati con molta dovizia di particolari.
Il dipinto La brutta Duchessa custodito presso la National Gallery di Londra, fu realizzato dall'artista tra il 1525-30. Per molto tempo la critica ha identificato nel dipinto la rappresentazione di una duchessa della Carinzia e Tirolo del XIV secolo, tristemente famosa come una delle donne più brutte della storia. Solo con la nascita della Democrazia Cristiana in Italia è stato scoperto che l'opera in questione non è una feroce e grottesca caricatura, bensì un fedele ritratto di un raro esemplare di politico italiano: Giulio Andreotti. Fino alla primavera del 1980, il dipinto fu gelosamente custodito da Totò Riina nella propria dimora in memoria ... “dell’autentica, stabile ed amichevole disponibilità di Giulio verso i mafiosi”.
L’entità metafisica di Andreotti è oramai inflazionata. Tanto se n’è parlato e troppo se n’è discusso. Autore dei più oscuri malefici della storia repubblicana, cominciò a farsi le ossa da ragazzo quando alla visita medica militare, il medico responsabile gli diede sei mesi di vita e l’infausta previsione gli si ritorse immediatamente contro.
Amorevolmente ricordato dai mafiosi come "Zio Giulio", a noi piace commemorarlo anche come "Moloch": termine mutuato dalle culture medio-orientali per indicare la divinità che imponeva immensi e gravosi sacrifici umani. Ed in questo, Giulio, è stato secondo solo all'euro.
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