Angelino Alfano con occhiali - J. B. S. Chardin |
Con le sue pregevoli nature morte e la straordinaria intensità psicologica dei ritratti eseguiti con la delicata tecnica del pastello, Jean-Baptiste-Siméon Chardin si guadagna un posto nella Scoria dell’Arte. Allo studio dei grandi maestri della pittura, Chardin preferì l’osservazione diretta della realtà: nature morte, dipinti di frutta ed animali caratterizzarono gli esordi del pittore francese.
Ben presto però i suoi dipinti iniziarono ad essere popolati anche da figure umane: le sue tele si affollarono di bambini che scherzano, madri che servono in tavola, donne che cucinano e uomini che giocano a fare i politici, offrendo così un convincente spaccato sul vissuto quotidiano.
Opera decisamente innovativa per la straordinaria intensità interiore e la commovente bellezza è il ritratto di Angelino Alfano con occhiali, personaggio di spicco del panorama politico italiano, l’uomo di grande spessore che ha fatto della coerenza e della fermezza i suoi principali punti di forza, prima di darsi alle Grandi Coalizioni.
C’era nel governo Berlusconi, c’era nel governo Letta, c’è nel governo Renzi e non poteva di certo mancare anche nella Scoria dell’Arte.
Su uno sfondo monocromo, immerso in un'atmosfera di profonda contemplazione, l’inamovibile Angelino con un ringhio appena accennato, si offre allo spettatore in un primo piano di toccante e sconvolgente avvenenza. Egli non guarda l’osservatore ma rivolge lo sguardo e la mente, svuotata di qualsiasi contenuto, verso orizzonti lontani, un po’ al centro-destra e un po’ al centro-sinistra.
Non si sa mai.
L’abbigliamento è prezioso e ricercato: la giubba color caldarrosta, il fazzoletto rosso annodato al collo e l’occhialetto tondo, conferiscono ad Angelino una certa credibilità che, però, è in parte smorzata dall'insolita cuffia bianca che avvolge il capo, celando la pelata.
Un capolavoro che, se non altro, ci ricorda che nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto fa brodo.
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