Ritratto di Rosy Bindi con vestito rosso – M. Loir


fotomontaggio satirico Rosy Bindi
Ritratto di Rosy Bindi con vestito rosso – M. Loir
Con il ritratto di Rosy Bindi, la pittrice francese Marianne Loir irrompe prepotentemente nella scena artistica della Parigi del Settecento, rompendo la lunga tradizione dell’egemonia maschile costretta ora a confrontarsi con nuovi canoni e connotati pittorici, tutti al femminile.
Di Marianne Loir purtroppo si conosce poco. Le scarse informazioni a disposizione tratteggiano la biografia di una donna nata e cresciuta a Parigi in un ambiente di artisti dove apprese l’arte della pittura, specializzandosi nella ritrattistica di soggetti naif e demodé. Il gusto per una certa ritrattistica anticonformista, germinò probabilmente a Roma dove la Loir soggiornò dal 1738 al 1746, epoca in cui Rosy Bindi già militava nell'Azione Cattolica, auspicando l’egemonia planetaria dello Stato pontificio. 

Sembra doveroso, a questo punto, fare un breve excursus storico sulle mirabolanti imprese condotte fino ad oggi da Rosy Bindi, all'anagrafe Rosaria Bindi, donna di larghe vedute, che dopo l’illuminante esperienza all’Azione Cattolica, decide di darsi alla politica sbaragliando la concorrenza con lo scudo crociato della Democrazia Cristiana, partito a cui la Bindi è sempre rimasta fedele, almeno fino a quando tutti i suoi componenti non furono annientati dal Triste Mietitore. Orfana della Dc, Rosy Bindi si dedica prima alla potatura degli Ulivi nel centro-sinistra, e poi alla raccolta delle Margherite, sempre al centro sinistra, per poi buttarsi a capofitto nella nascita di un nuovo organismo bifido che raccolga tutti gli avanzi presenti all'interno dello schieramento di centro-sinistra: il Partito Democratico. 

Ma la Bindi ha ricoperto anche ruoli di alto prestigio. Negli anni ‘90, durante il suo mandato al Ministero della Sanità, contribuisce attivamente alla regressione delle pratiche mediche con la riforma del Servizio Sanitario Nazionale che reintrodusse in Italia la terapia elettroshock, riportando in auge l’archeologia medica. 
Il nome di Rosy Bindi è anche legato ad uno dei periodi più bui della storia italiana. Durante il ventennio del regime berlusconiano, la donna è stata il principale "oggetto" dei desideri erotici del Cavaliere Silvio Berlusconi che, non sapendo adeguatamente incanalare le proprie pulsioni, ne fece per anni una sorta di feticcio idolatrato sia in pubblico che in privato.
Per proteggerla dai rituali di corteggiamento collaudati da Silvio Berlusconi, Rosy Bindi è stata nominata presidente della Commissione antimafia, l’unica commissione che a quanto pare in Italia mostra una produttività eccezionale.

Ma torniamo a Marianne Loir e al suo dipinto. 
L’opera, un olio su tela, ritrae Rosy Bindi seduta, in un abito rosso e un manicotto nero, in perfetto stile Madame de Pompadour
Il capello brizzolato, acconciato in un raccolto all'ultimo grido settecentesco, è parzialmente coperto da una sbarazzina cuffietta scura, annodata al mento. Il raffinato abito di pizzo rosso, dalla linea aderente che stringe la vita della Bindi nella spietata morsa di stecche, presenta un’audace scollatura quadrata, impreziosita con fiocchi di mussola monocroma.
L’abbigliamento, la delicatezza dell’incarnato e la fermezza dello sguardo, fanno il resto.

È sicuramente una Rosy Bindi che si mostra in tutto il suo splendore, pur di apparire autorevole e... piacere.


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