Ritratto di Madame Laura Boldrini – J. A. D. Ingres



Era il 1823 quando l’artista francese Jean Auguste Dominique Ingres immortalava sulla tela l’eleganza e la grazia di Madame Laura Boldrini, in arte LA presidentA della Camera, come ella stessa soleva definirsi. 

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Ritratto di Madame Laura Boldrini – J. A. D. Ingres

La realizzazione del dipinto è collocabile alla fine delle mirabolanti avventure giovanili di cui Madame Boldrini fu protagonista. Dopo aver lavorato per tre mesi in Venezuela in una piantagione di riso interessandosi a ciò che avveniva tra i mortali, la giovane Laura decise di sacrificare la sua esistenza viaggiando ininterrottamente per l'America Centrale, passando per Panama, Costa Rica, Nicaragua, Honduras, Guatemala, Messico e Stati Uniti. Non paga, proseguì poi nel Sud-est asiatico, l'Africa, l'India, il Tibet. 
Dopo un’esperienza così terrificante, di quelle che non auguri a nessuno, stanca e stremata Laura Boldrini rientrava in Italia, dove trovava a Montecitorio una calda e confortevole poltrona rossa ad accoglierla e da dove, ancora oggi, ama farsi ritrarre.
Questo dipinto mostra, con una tecnica impeccabile, l'ideale di bellezza assoluta perseguito da Ingres che, meglio di un chirurgo plastico, accentua i punti di forza minimizzando i difetti. Eleganza, grazia e raffinatezza contraddistinguono la donna che non perde occasione di esibirsi, mettendo in mostra un profilo accigliato e un musetto imbronciato. 
La PresidentA non devia mai da un rigoroso nero e sfoggia un morigerato abito di mussola stile impero che asseconda morbidamente le forme, impreziosito da maniche a palloncino adornate di pizzi, merletti e fiocchi in satin ma che lasciano intravedere le braccia, in un sofisticato gioco di vedo-non vedo. L’outfit radical chic è completato dalla presenza di uno scialle squisitamente dipinto, mentre i gioielli e suggerimenti d’arredo rafforzano l’eleganza della composizione. 
Ma non lasciatevi ingannare: Boldrini riferisce che il tutto è stato saggiamente acquistato per pochi euro, come da brava e convinta proletaria di sinistra. 
A pagare le innumerevoli guardie del corpo ci pensano invece gli italiani.
Sicura della sua posizione e del suo rango, Nostra Signora della Ghigliottina e della Censura sembra guardare verso ignari spettatori e con magistrale utilizzo del campanello li zittisce richiamandoli all’ordine perché… C’è lo chiede l’Europa”… (una perla lanciata nel web il 13 Giugno 2013, ma è inutile cercare: non la troverete più.)

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