Gli amanti dell’astensionismo – R. Magritte


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Gli amanti dell'astensionismo - R. Magritte

Nelle ultime settimane il Surrealismo, con le sue immagini irrazionali e contraddittorie, sembra essere la corrente pittorica che meglio di chiunque altra, ad eccezione forse della pittura metafisica, si addice perfettamente al clima che si respira in Italia. 

Se con l’opera di Salvador Dali, Ragazza alla finestra su un mare di trivelle, si percepisce ancora quel clima di calma apparente prima del referendum, una sorta di quiete prima della tempesta, con René Magritte tale calma cede il passo all'inquietudine post-referendum.
Anche René Magritte, esponente belga del surrealismo, sente il bisogno di confrontarsi con il senso del vivere, con il mistero dell'essere, al di là delle apparenze. E lo fa con un’interpretazione lucida e personale sui risultati dell’affluenza alle urne: Gli amanti dell’astensionismo, dipinto realizzato nella notte tra il 17 e il 18 Aprile 2016.

L'astensionismo è, in ambito italiano, la non partecipazione al voto quando, in particolari occasioni, più uniche che rare, si viene chiamati ad esprimersi su questioni referendarie o ad elezioni che si ripetono ormai ogni 76 anni, al passaggio della cometa di Halley vicino alla Terra. Giacché sono molti gli italiani che cominciano a chiedersi quando potranno tornare alle urne per le elezioni politiche, Matteo Renzi ha da poco rilasciato un comunicato nel quale fa sapere che il prossimo passaggio è previsto per il 2062. 

Fautori dell’astensionismo sono stati in primis: Matteo Renzi, Premier delle mille facce di circostanza, e Giorgio Napolitano, ex Presidente della Repubblica che alla sua veneranda età, invece di dispensare saggi consigli, pare essersi votato al fancazzismo militante, oltraggiando il senso democratico del voto. 

René Magritte decide, dunque, di stendere un velo pietoso sulla realtà che lo circonda, con i suoi limiti, i suoi inganni e le sue ambiguità. 

Gli amanti dell’astensionismo raffigura due persone, un uomo e una donna, immersi nello spazio naturale della macchia mediterranea, con le sue colline, i neri cespugli e il mare trivellato. La coppia volge le spalle al panorama assumendo quasi la tipica posa “guancia a guancia” del selfie contemporaneo. 
L’opera di Magritte è sicuramente figurativa ma, contemporaneamente, è un attentato alla rappresentazione. 

A suscitare una certa inquietudine e angoscia sono le teste coperte da un panno bianco su cui campeggia la scritta “Io sono l’Italia” che, come un sudario, rende entrambi muti, ciechi, sordi, assenti. Le figure perdono in identità quello che guadagnano in indifferenza. 

Restano solo due corpi, individui anonimi che non "ci mettono la faccia", simbolo di una presenza che non c’è. 

Occhio che non vede, quorum che non duole. 


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