Concerto campestre (ad Arcore) - Giorgione o Tiziano


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Concerto campestre (ad Arcore) - Giorgione o Tiziano




Il Concerto campestre (ad Arcore) è un dipinto ad olio su tela risalente al 1510 ca. e conservato al Museo del Louvre di Parigi. Parte della critica attribuisce l’opera a Giorgione, anche se la tecnica pittorica sembra piuttosto richiamare Tiziano



Chiunque sia l’autore, la stirpe umana e non, ringrazia per aver avuto la sensibilità (e lo stomaco) d’immortalare e rendere fruibile ai posteri, l’intimità di un momento consumatosi alla presenza di ben pochi eletti, creandone un indiscutibile capolavoro che già si conferma caposaldo della memoria collettiva. 




La scena è ambientata nei giardini lussureggianti di Villa San Martino ad Arcore, nota come residenza padronale del sempreverde Silvio Berlusconi nonché luogo-simbolo di grandi baccanali che coinvolgevano più individui per diversi giorni. Sicuramente le pratiche amatorie che ivi si svolgevano erano finalizzate non solo alla propiziazione elettorale e  ai festeggiamenti per i compagni di merenda di ritorno dalla transumanza dopo un'intera stagione politica, ma soprattutto garantivano l’importante funzione biologica di rimescolamento del patrimonio genetico di individui che difficilmente avrebbero avuto altri modi di interagire fra loro. Ma ritorniamo al dipinto.



Vi sono raffigurati due giovani seduti sul prato intenti in un duetto: quello ben vestito che suona il liuto è Mariano Apicella, il rinomato poeta napoletano del lirismo esaltato, mentre alla sua sinistra siede Silvio Berlusconi, il paroliere ordinario nonché fonte inesauribile di ispirazione del genio poetico italico. Le due donne presenti che, come due apparizioni irreali generate dalla fantasia soprattutto del giovane a destra, sono coperte appena da mantelli che scivolano via, preannunciano i toni del dopo-festival.

Silvio Berlusconi e Mariano Apicella come non li avete mai visti. L'ex-premier e il chitarrista napoletano che dalle sale dei ristoranti di Abu Dabhi è passato nella sala da pranzo di Arcore, sono immortalati in un atmosfera sospesa tra mito e realtà che finalmente fornisce risposte agli interrogativi dell’uomo sull’esistenza e sul cosmo.

Ma i bei tempi sono ormai andati e Silvio Berlusconi non è più quello di una volta. È finita l’epoca dei festini di cui Apicella era la colonna sonora dal vivo e dei suoi cd usati come buste dove infilare i soldi per le ospiti. 

Eppure sembra di sentirli ancora intonare i sentimentali versi di Stay with me

"Circondami d'amore, resta qui e lasciami il tuo cu..ore..."

o la sensuale liricità di Cascasse il mondo

"Ti passo le mie mani sui tuoi fianchi, perché sei tu, ti adoro e già mi manchi" 

e ancora, 

“…tempo di rumba, stelle corallo sul gilet…ventilatori, freddo su di me.. e aspetto te...”

I bei tempi sono ormai andati, ma a noi piace ricordarli così.



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