80’s hairstyles. Quando la drammatizzazione del capello irrompe nelle opere d’arte.


Fotomontaggio Monna Lisa - La Gioconda di Leonardo in versione anni '80
Monna Lisa, Leonardo da Vinci.
Cotonatura e olio su tela
Eccessività cosmetiche, stravaganze prêt-à-porter ed esagerazioni tricologiche. Chi ha avuto la fortuna, (o la sfortuna, dipende dai punti di vista) di superare immune i mitici anni ’80, sicuramente li ricorderà come “il decennio dell’eccesso in cui tutto era concesso, perché non è mai troppo anzi è troppo poco”.

Alla costante ricerca di autoaffermazione, uomini e donne utilizzavano l’eccentricità e l’esagerazione quali strumenti per richiamare l’attenzione su di sé. L’imperativo era essere sempre superlativi e adombrare ogni rivale sul palcoscenico delle apparenze con il fasto delle proprie tute acetate e con acconciature sempre nuove e sorprendenti.
L’importante era apparire, farsi riconoscere, al di là del bene e del male. 

Se, per decoro e per decenza, abbiamo deciso di tralasciare i capi di abbigliamento made ‘80, non potevamo esimerci dal proporre un revival delle principali acconciature in voga in quegli anni. 


Realizzate con una mistura di lacca, stucco e pozzolana, all'occorrenza rinforzate con cemento armato per allungare la durabilità del manufatto, le chiome degli anni '80 si propongono come vere e proprie costruzioni d’ingegneria strutturale, probabilmente le uniche in Italia progettate secondo criteri antisismici, in grado di resistere a qualsiasi tipo di sollecitazione.

Per meglio comprendere di cosa si sta parlando, proponiamo alcuni capolavori della pittura, pietre miliari della Storia dell’arte declinati per l’occasione in veri e propri capolavori tricologici.

Si comincia con la pallida Ginevra de’ Benci, ritratto realizzato da Leonardo da Vinci nel 1474 circa. 
                                                                                   

Ritratto di Ginevra de' Benci, versione 1474 - Leonardo da Vinci
Ritratto di Ginevra de' Benci, versione 1474
Fotomontaggi di opere d'arte- acconciature anni '80- Ritratto di Ginevra de' Benci- Leonardo
Ritratto di Ginevra de' Benci, versione '80


La donna, raffigurata a mezzo busto di ¾, sfoggia una rigorosa acconciatura, tipica del secondo Quattrocento fiorentino: capelli raccolti con morbidi riccioli che incorniciano la fronte. Stesso aplomb nella versione anni ‘80 del dipinto dove, la casta acconciatura rinascimentale, lascia il posto ad una chioma leonina con sostegni laterali e una anomala increspatura frontale esibita con altrettanta disinvoltura.



Dama con liocorno, Raffaello Sanzio 1505-06 circa
Dama con liocorno, versione 1505-06 c.
fotomontaggi acconciature anni '80 nelle opere d'arte- Dama con liocorno, Raffaello
Dama con liocorno, versione '80


Pochi anni dopo, tra il 1505-1506, Raffaello Sanzio realizzava la Dama con liocorno, il ritratto di una giovane nobildonna seduta che stringe tra le mani un piccolo liocorno, simbolo di purezza. 

L’abbigliamento ricercato, la posa elegante e lo sguardo intenso fanno di questo dipinto un indubbio capolavoro del maestro urbinate perfino quando i capelli biondi, lunghi e fluenti della dama si tramutano in una voluminosa criniera ondulata effetto cane-pecora, con frangia bombata coronata da un ciuffo di lanuggine in tripudio. 

Negli anni ’80 l’esibizionismo tricologico non era un vezzo ad esclusivo appannaggio femminile, bensì una pratica particolarmente diffusa anche in ambito maschile. Il desiderio di mettersi in mostra, ricevere o suscitare una qualche forma di interesse nell'altro sesso, passava anche attraverso le acconciature. 

Il must delle acconciature maschili anni ’80 fu il cosiddetto mullet, il taglio di capelli esibito con sommo orgoglio da Agnolo Doni, il ricco mercante fiorentino ritratto assieme alla moglie Maddalena Strozzi, da Raffaello Sanzio nel 1506 circa. 



Capolavori della pittura rinascimentale - Ritratto di Agnolo Doni, Raffaello Sanzio
Ritratto di Agnolo Doni, 1506 c.
Ritratto di Maddalena Strozzi, 1506 c. Raffaelllo
Ritratto di Maddalena Strozzi, 1506 c.

                                                                                                     

Fotomontaggi delle acconciature anni 80 nelle opere d'arte- Ritratto di Agnolo Doni- Raffaello
Ritratto di Agnolo Doni, versione '80
Fotomontaggi di dipinti famosi- Acconciature anni '80 in dipinti classici - Raffaello
Ritratto di Maddalena Strozzi, versione '80


Nella versione originale del dipinto, il personaggio, ritratto a mezza figura, ostenta la sua condizione di ricco borghese attraverso la ricercatezza dell’abito e del copricapo scuro. Nella versione ’80, i lunghi capelli castani che incorniciano il volto lasciano il posto ad un conturbante mullet, l’acconciatura multitasking sfoggiata in molteplici contesti, qui proposta in versione estremamente monumentale. 
A rendere il tutto ancor più inquietante, è l’imponente presenza di Maddalena Strozzi, che consapevole del prestigio del suo rango sociale, seduce lo spettatore con una chioma liscia cotonata all'altezza della fronte.

Fotomontaggio Monna Lisa - La Gioconda di Leonardo in versione anni '80
Monna Lisa, Leonardo da Vinci. Cotonatura e olio su tela
Concludiamo il revival delle acconciature anni ’80 con Monna Lisa che si riconferma icona di stile ed eleganza anche in versione paninara, con una messa in piega realizzata con una mistura di lacca e neoprene armato.


Commenti

  1. Un viaggio nei (brutti) ricordi. Chi di noi non ha una foto, rigorosamente nascosta nei recessi di qualche cassetto, in cui viene effigiato con codesta ardimentosa opera di architettura tricologica? Io per sicurezza le ho distrutte tutte, o almeno credo. Forse il buco nell'ozono lo abbiamo causato noi con tutta quella lacca.
    Oggi, tuttavia, noto che le nuove soluzioni tricologiche e tricocromatiche, pur non riuscendo a raggiungere le vette di brutto degli anni '80, conquistano un dignitoso secondo posto, tanto da non farci mancare quella contiguità col brutto che tanto ci piace. Magari potrebbe essere un'idea per un nuovo post. Ciao!

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    1. Essendo stata poco più che un’adolescente negli anni ‘80, purtroppo non ho dato il mio contributo alla ricerca sullo sfibramento della chioma tramite lacca e permanente e sugli effetti conseguenti per l’ozono. Ma ricordo perfettamente quando ancora, nei primi anni ’90, tra i banchi di scuola ci si sfidava a chi aveva il ciuffo più alto (dalle nostre parti, affettuosamente ribattezzato come “cocco”). Nel frattempo, medito su un post con i principali outfit sfoggiati dalle creature di quegli anni: spalline alla Mazinga e tute di materiale incendiario. Ciao Annalisa!

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    2. Ho il tuo stesso identico ricordo! Il cocco era un must tra le mie compagne del V ginnasio e cedetti anch'io a quella insana abitudine, poi venne la volta del frangettone abbinato ai Rayban quadrati con le lenti verdi. Sì, anche gli anni Novanta sono stati tricologicamente difficili.
      Le tute sono ritornate prepotentemente di moda anche oggi! le spalline per fortuna no! attenderò con ansia! ciao

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